Per questo fine settimana faremo tappa anche negli anni tristi 1989-1990. Questi anni che hanno visto le peggiori battaglie, che hanno causato centinaia di morti, che hanno infranto i destini… ma soprattutto, che hanno rubato e violato l’infanzia di tutti coloro che alla loro età hanno assistito a queste atrocità, avrebbero dovuto si preoccupava di attività molto più piacevoli e ludiche di una guerra fratricida.
Questa situazione patita dai bambini libanesi loro malgrado, ha suscitato più di una reazione, in particolare da parte degli artisti, che sono stati poi sconvolti dall’innocenza feriti dai fucili e sfigurati dalla paura. Alain Chelon, cantautore marsigliese, arriva al punto di incidere un album il cui titolo porta il nome della canzone che dedica ai bambini della terra dei cedri e del mondo “Il bambino del Libano”.
Ascoltiamo questa canzone, leggiamo le sue parole, e speriamo insieme che rimanga un ricordo da cui finalmente potremo trarne buone lezioni, un ricordo attaccato a questo triste episodio della storia libanese che, per una volta, sarebbe molto bene non ripetersi.
Mi guarda con gli occhi
Che non hanno visto né l’azzurro del mare
Né quella del cielo
Hanno visto solo fuoco e inferno
Nella terra di guerra
Mi guarda con gli occhi
che abbattono il mio
E mi vergogno per loro
Per tutti coloro che massacrano la vita
Nel nome di un Dio
È un bambino
Dal Libano, o altrove
È un bambino
Che tengo stretto al mio cuore
Un bambino spaventato
Non conosce nemmeno le parole
Chi designa i fiori
Chi parla degli uccelli
Gli unici nidi sopra la sua testa
Sono quelli delle mitragliatrici
È un bambino
Dal Libano, o altrove
È un bambino
Che tengo stretto al mio cuore
Un bambino spaventato