Santa Barbara, o Barbara, è una santa molto popolare nella terra dei Cedri e in Medio Oriente. Commemorato il 4 dicembre, la vigilia della sua festa è testimone di feste eccezionali in Libano, Siria, Palestina, Giordania e Turchia, e una serie di tradizioni per lo più ripetute fino ad oggi.
Holy Beard e le sue tradizioni in Libano
La tradizione vuole che la notte del 3 dicembre bambini e ragazzi si travestono e vadano in gruppi per il quartiere cantando una canzone dedicata a Santa Barbara « Hechlé Barbara ». Busseranno alle porte dei vicini che li ringrazieranno per la loro visita offrendo loro dolcetti e denaro. La tradizione di indossare le maschere ha diverse spiegazioni: alcuni dicono che la santa dovette imbrattarsi il viso di fuliggine per poter sfuggire al padre, altri credono che l’uso delle maschere avrebbe simboleggiato i soldati che trascinarono Barbara nelle strade prima di giustiziarla , altri ancora indicano che aveva chiesto a tutti i giovani del suo villaggio di travestirsi per poter fuggire e passare così inosservata.
(« Hechlé Barbara » canzone tradizionale per Santa Barbara cantata dalla diva Sabah).
Tra le tradizioni celebrate dai nostri avi e oggi scomparse con l’innovazione nella creazione di maschere e prodotti per il trucco, le donne libanesi accendevano una candela e passavano un piatto sulla sua fiamma, in modo che quest’ultima potesse formarsi la fuliggine. Con questa fuliggine si dipingevano gli occhi in ricordo del Santo Martirio. Un proverbio libanese per esprimere l’idea che le giornate si accorciano un po’ era d’uso anche per Santa Barbara: » Bi eid el Berbara, byekhoud elnhar mnel leyl nattit fara « : (A Santa Barbara, il giorno prende di notte il salto di un topo).
L’Avvento, secondo la tradizione in Libano, iniziò alla vigilia di Santa Barbara. In molte case si assicuravano che l’albero e il presepe fossero pronti per il 3 dicembre. Secondo l’usanza, i semi di grano vengono seminati in sottovasi pieni di cotone umido, che vengono posti vicino all’albero. Tre settimane dopo, se questi semi hanno germogliato bene, decoreranno il presepe; e secondo le superstizioni, così preannunciano un buon anno a venire: se sono fragili e ingialliti, faranno presagire un brutto anno. Questa usanza trae la sua spiegazione da una delle versioni della storia della vita di Santa Barbara che, volendo sfuggire ai suoi persecutori, si rifugiò in un campo di grano le cui spighe sono improvvisamente cresciute miracolosamente per coprirlo e coprirlo.
Dal punto di vista delle celebrazioni culinarie, il già citato miracolo del grano ha dato vita anche alla tradizione del Amhiyé , il piatto rituale principale della vigilia di Santa Barbara, a base di grano cotto, decorato con mandorle, uvetta, pistacchi, pinoli, melograno, zucchero e polvere di cocco. A questo piatto si aggiungono gli Atayef, piccole frittelle spesse ripiene di Achta (crema di latte) o di noci tritate con zucchero, il tutto imbevuto di Ater (sciroppo dolce). Questi piccoli dolci orientali simboleggiano il cibo amaro e orribile che fu offerto alla Santa durante il suo supplizio, e che si trasformò miracolosamente nella sua bocca in piatti dolci.
Oggi la tradizione di festeggiare Santa Barbara continua, ma purtroppo e assurdamente si confonde con Halloween, che, per uno stravolgimento di una società soggetta al consumo cieco e all’esportazione di feste straniere senza coglierne il vero significato. Le maschere umoristiche dei vari personaggi in uso il 4 dicembre interferiscono con le orribili teste dei teschi, degli zombi e dei mostri; le tradizioni culinarie si intrecciano con l’epifania e le tante feste tradizionali orientali; ma soprattutto stanno scomparendo i tour dei bambini nei villaggi e nelle città, e questo a causa della mancanza di sicurezza e delle minacce terroristiche che la terra dei cedri sta vivendo da dieci anni.
Nella speranza di giorni migliori, di una migliore educazione e cultura nel rispetto della storia e dell’identità libanesi, vi auguriamo una felice Sainte Barbe e Aaqbel kil sené.
Chi è Sainte Barbe?
Secondo la leggenda nella sua versione più nota, Santa Barbara nacque a Nicomedia, figlio di un satrapo di nome Dioscuri, che la rinchiuse in una torre con due finestre per proteggerla da ogni attacco della propaganda cristiana. Alcuni sostengono che Santa Barbara sia di Baalbeck e che in questa città si sia svolta la storia del suo martirio; tuttavia, questa informazione non è confermata. Convertita al cristianesimo nonostante le precauzioni del padre, fece aprire nella sua torre una terza finestra, per rappresentare la Santissima Trinità. Sentendo la notizia della sua conversione, suo padre, furioso, ne esige la morte e le infligge ogni tipo di tortura. Alcune tradizioni riportano che nel tentativo di fuggire, un masso si spacca miracolosamente davanti a lei, permettendole di fuggire dalle mani dei suoi aguzzini. Finisce per morire decapitata dal padre, che a sua volta muore colpito da un fulmine.
Il suo culto si diffuse in Oriente, poi in Occidente nel XV secolo. Nelle Chiese d’Oriente è celebrato e rappresentato anche con Santa Giuliana dove sono esposti insieme nell’iconografia. Santa Barbara è rappresentata con una torre a tre finestre, spesso con indosso la corona del martirio o con in mano una croce o una palma che simboleggiano anche il suo martirio, e recante un ciborio.
L’esistenza di Sainte Barbe è tuttavia oggetto di controversie, quanto alla sua storicità. Alcuni sostengono che si tratti più di una fantasia, altri ne confermano l’esistenza e il culto che risalgono agli albori del cristianesimo. A causa di queste esitazioni, e della mancanza di precisione nei vari resoconti riportati sulla sua storia, e dell’imprecisione nello spazio e nel tempo dello svolgersi dei fatti, la Chiesa cattolica non celebra più ufficialmente Santa Barbara. Il 14 febbraio 1969, papa Paolo IV pubblicò il suo Motu proprio “Mysterii paschalis”, una sorta di nuovo calendario rivolto alla Chiesa universale, in cui – tra l’altro – ridusse il numero delle feste dei santi, tra cui la storicità non è confermato. Holy Beard viene così rimosso dal calendario romano generale, ma vi compare nella categoria dei “Propri” (feste speciali per una specifica comunità cristiana), i Santi celebrati in Libano.
di Marie-Josée Rizkallah
Riferimenti bibliografici
DUCHET-SUCHAUX Gaston, PASTOUREAU Michel, La Bibbia e i santi , Flammarion, Paris, 1994.
HADJITHOMAS MEHANNA Tania, KASSATLY Houda, Libano & On, Tamyras, Beirut, 2010.
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